SOTTO IL SEGNO DELLA RAZZA: LO STERMINIO DEI BAMBINI

Giorno della memoria

27 gennaio 2020 – Aula Magna della Società Nazionale di Scienze Lettere e Arti in Napoli

SOTTO IL SEGNO DELLA RAZZA: LO STERMINIO DEI BAMBINI

 

Il Centro Interuniversitario di Ricerca Bioetica (CIRB), in collaborazione con il Seminario Permanente «Etica Bioetica Cittadinanza» (Dipartimento  di Scienze Sociali, Università di Napoli Federico II),  con il Comitato Etico dell’Ateneo federiciano, con l’Unesco Chair in Bioethics e con l’Ufficio Scolastico Regionale della Campania, promuove per il «Giorno della Memoria» una iniziativa di commemorazione e di studio.

Il convegno, dedicato al tema «Sotto il segno della razza: lo sterminio dei bambini», si svolgerà a Napoli, presso l’Aula Magna della Società Nazionale di Scienze, Lettere e Arti, Via Mezzocannone 8, e sarà articolato in due sessioni (ore 9.00 e ore 15.00), intitolate rispettivamente «Nati colpevoli» e «No razza, sì cittadinanza».

 

I bambini sono il paradigma dell’innocenza e non è certo un caso che la secolare interrogazione filosofica e teologica sul male abbia assunto nel corso del tempo il tema del loro soffrire come segno di skandalon, di inaggirabile pietra d’inciampo per il pensiero. Ma la riflessione che il Giorno della Memoria esige ha un’implicazione inedita: la persecuzione dei bambini motivata da costrutti ideologici razzisti e antisemiti. Il nazifascismo realizza con le camere a gas la distruzione di innumerevoli piccole vittime in nome dell’«igiene razziale» e trova la volontaria complicità di scienziati e pseudo scienziati, che, compartecipi di teorie razziste e di prassi genocidarie, danno realtà storica a un’ignota figura dell’umano: i bimbi-cavia per laboratori di sperimentazione.

La persecuzione dell’infanzia introduce al tema della riflessione pomeridiana: l’innocenza della stragrande maggioranza delle vittime dei lager, internati in forza dello stigma razziale e antisemita, non certo per imputazione di reati. Il capovolgimento dell’innocenza in colpa, che è irredimibile perché non è il risultato di un agire da cui ci si può emendare ma è inscritta nell’essere stesso di una parte dell’umanità ideologicamente disegnata come «inferiore», è il risultato di ogni razzismo. Ridotta a corpo «razzizzato», deprivata di diritti e dignità, la persona umana è inghiottita nel vuoto di civiltà scavato in primis dalla cancellazione della cittadinanza e divenuto progressivamente il «buco nero» (Primo Levi) dei campi di sterminio. La parola razza entra nella Costituzione italiana e, via via, nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, nelle Carte della dignità che costellano il tempo post-Auschwitz, come termine attraverso cui i popoli dichiarano solennemente il ripudio del razzismo e l’impegno a sradicarlo dalla storia presente e futura. L’inalienabilità della cittadinanza, avviata sui sentieri dell’universalizzazione del riconoscimento e della tutela dei diritti oltre i limiti nazionali, si rivela come uno degli indispensabili antidoti al razzismo comunque declinato e praticato.

Il dibattito recente intorno alla espunzione della parola razza dal lessico costituzionale, quali che siano i suoi risultati, ha fatto emergere inequivocabilmente ambiguità e opacità della «parola maledetta» (così Meuccio Ruini all’Assemblea Costituente), ormai pienamente disvelata nella sua natura di menzogna scientifica, e ha riproposto con forza il «no alla razza, sì alla cittadinanza», tema del volume che fa da filo conduttore al pomeriggio di studio del 27 gennaio.

 

 

La sessione mattutina (ore 9.00), intitolata «Nati colpevoli» e presieduta da Andrea Patroni Griffi, Direttore del CIRB, sarà aperta dai saluti dei Rettori degli Atenei convenzionati, di Lydia Schapirer, Presidente della Comunità Ebraica di Napoli, di Ariel Finzi, Rabbino della Comunità Ebraica di Napoli, di Luisa Franzese, Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Campania, di Claudio Buccelli, Presidente del Comitato Etico dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, di Emilia D’Antuono ed Enrica Amaturo, Coordinatrici del Seminario Permanente «Etica Bioetica Cittadinanza». Relatrici e relatori si interrogheranno  sulle implicazioni inedite della persecuzione dei bambini, che sono  il paradigma  dell’innocenza, motivata da costrutti ideologici razzisti  e antisemiti. Il nazifascismo realizza con le camere a gas la distruzione di innumerevoli piccole vittime in nome dell’«igiene razziale» e trova la volontaria complicità di scienziati e pseudo scienziati che, compartecipi di teorie razziste e di prassi genocidarie, danno realtà storica a una ignota figura dell’umano: i bimbi-cavia per laboratori di sperimentazione. A questi temi saranno dedicati gli interventi di Giuseppe Lissa, Enrico di Salvo, Camilla Balbi, Gaetano di Palma e la testimonianza di Giorgio Sestieri. Nel corso della sessione, moderata da Claudio Buccelli, verranno interpretati brani tratti dalle opere di Primo Levi, Uri Orlev ed Elie Wiesel, a cura della compagnia Hypokritès, diretta da Enzo Marangelo.

 

La persecuzione dell’infanzia introduce al tema della riflessione pomeridiana: l’innocenza della stragrande maggioranza delle vittime dei lager, internati in forza dello stigma razziale e antisemita, non certo per imputazione di reati.

La sessione intitolata «No razza, sì cittadinanza», presieduta da Lorenzo Chieffi, propone una riflessione volta a mettere in luce i dispositivi ideologici attraverso cui la persona umana, ridotta a corpo «razzizzato» e deprivata di diritti e dignità, viene inghiottita nel vuoto di civiltà scavato in primis dalla cancellazione della cittadinanza e divenuto progressivamente il «buco nero» (Primo Levi) dei campi di sterminio. Le relazioni di Emilia D’Antuono, Carlo Alberto Redi, Marco Annoni, Pasquale Serrao D’Aquino e Giuliano Balbi si soffermeranno anche sul recente dibattito sviluppatosi intorno alla possibile eliminazione del termine razza dal lessico costituzionale. Proprio tale dibattito ha fatto emergere inequivocabilmente ambiguità e opacità della «parola maledetta» (Meuccio Ruini), ormai pienamente disvelata nella sua natura di menzogna scientifica, e ha riproposto l’inalienabilità della cittadinanza, fondata su riconoscimento e tutela dei diritti anche oltre i limiti nazionali, come uno degli indispensabili antidoti al razzismo comunque declinato e praticato. La sessione terminerà con gli interventi di Gianluca Attademo, Alessia Maccaro, Emilia Taglialatela e le conclusioni di Francesco Lucrezi.

Ai lavori della giornata di studio e commemorazione parteciperanno inoltre studenti e docenti dei licei Galilei, Genovesi, Cuoco-Campanella, Convitto Nazionale Vittorio Emanuele di Napoli, del liceo Siani di Aversa e degli istituti Montalcini di Quarto e Casanova di Napoli.

 

 

 

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